Quando la porta della farmacia si apre, il titolare non sa se, in quell’occasione, vestirà i panni del consulente o quelli del commerciante. È una vecchia questione, questa, che deriva dalla natura non del tutto definita della farmacia, che in parte è presidio sanitario, in altra è invece esercizio commerciale a tutti gli effetti. Il risultato è che il farmacista da una parte è sottoposto a un severo (e comprensibile) regime regolatorio, dall’altro deve seguire una strategia commerciale in senso stretto. Sapere quindi come si muove il mercato è fondamentale e, per questo motivo, indichiamo di seguito cinque informazioni che ogni farmacista campano dovrebbe conoscere:
1. I campani consumano meno farmaci in Italia
Contrariamente a quanto si possa pensare, i dati ISTAT riferiti al 2020 mostrano che i campani consumano meno farmaci in Italia. L’indagine dell’Istituto di Statistica si basa su un’intervista, nella quale il campione in esame doveva indicare se avesse o meno assunto medicinali nei due giorni precedenti. Ha risposto positivamente il 35,07% dei campani. Ai primi tre posti Lombardia (42,84%), Umbria (42,8%) e Piemonte (42,13%).
2. I Campani acquistano meno farmaci generici
Oltre alle politiche sanitarie delle singole regioni, alla composizione demografica della popolazione e ad elementi culturali, ciò che determina la spesa farmaceutica delle famiglie è il reddito. Ciò può contribuire a spiegare la precedente statistica, ma non chiarisce per quale motivo i campani non acquistino i cosiddetti “farmaci generici”, che hanno lo stesso principio attivo dei corrispettivi “di marca”, ma costano meno. Secondo i dati di Federfarma riferiti al 2020, solo il 15,27% della spesa farmaceutica (presa in esame) dei campani è finalizzata all’acquisto dei prodotti generici: si tratta del dato più basso tra tutte le regioni, a fronte di una media nazionale del 21,93%.
3. Il destino si “trucca”
Se le condizioni locali possono talvolta non essere quelle più adatte al business, allora tanto vale ricorrere a qualche trucco. È ciò che viene in mente leggendo il rapporto di Cosmetica Italia riferito al 2020, che evidenzia – in quell’annus horribilis – un calo di valore fatturato di solo il -3,5% in farmacia, contro il -3,8% nella GDO e il -26,1% nella profumeria. In attesa dei dati sul 2021, il rapporto di Cosmetica Italia stima un +3,3% nelle farmacie. Bisogna tuttavia precisare che, sul lungo periodo, come evidenzia l’infografica di seguito, la GDO e la parafarmacia erodono terreno alla farmacia, che comunque resiste e continua a svolgere un ruolo prevalente, anche in ragione della sua autorevolezza.
4. Il mercato ospedaliero
Secondo i dati IQVIA, pubblicati nel rapporto di Federfarma “La farmacia italiana 2020-2021“, in Campania ha un rilievo particolare la Distribuzione per Conto. I farmaci DPC, infatti, sono 724, contro la media italiana di 516, e attestano questa regione al secondo posto dopo la Toscana (859). Il prezzo di tali medicinali, in media di 59 euro, colloca la Campania all’ottavo posto, a fronte di una media nazionale di 53 euro.
5. La Campania è forte nell’industria farmaceutica
Sebbene questo dato non impatti direttamente sulla gestione quotidiana di una farmacia, è bene prendere nota dell’importanza, in Campania, del settore farmaceutico in sé. L’ICE, agenzia per il commercio e gli investimenti del Ministero dello Sviluppo Economico, sottolinea il peso che il comparto ha per l’export della Campania. Nel Rapporto ICE 2020-2021 si osserva che “L’espansione dell’export campano degli ultimi anni è stata trainata dai settori dell’Agrifood e Farmaceutico. Questi ultimi, rappresentano rispettivamente il 25% e il 13% dell’export regionale e sono i settori in cui la Campania presenta un elevato vantaggio comparato rispetto sia all’Italia che al Mezzogiorno”. Un’eccellenza, dunque, che potrebbe permettere un domani di “fare sistema”.